Il Liber notitiae di Goffredo da Bussero informa che la Chiesa di S. Gregorio Magno nel luogo detto  “Noxeno” appartinene alla fine del Duecento alla Pieve di Bellano, insieme a Bonzeno, Vendrogno e Sanico[1]. Di segni non scritti della vita tardomedievale e quattrocentesca della piccola chiesa parla Angelo Borghi: un piccolo lavabo in sacristia, “una croce astile con una delicata miniatura della Vergine sotto un cristallo e un calice con un raro punzone”, che “sono confrontabili con opere di Champoluc e di probabile origine aostana, il che rimanderebbe a una corrente migratoria di quella valle”[2].
Il 13 luglio 1710 diviene parrocchiale (stralciata da Vendrogno, di cui era divenuta sussidiaria), come attesta il notevole documento di fondazione  (carte 212) conservato in Archivio Parrocchiale[3].
Il documento ripercorre le tappe giuridiche dell’erezione in parrocchiale, che avviene grazie all’assegnazione di beni immobili alla parrocchia da parte degli abitanti di Noceno.Per questo motivo, i capifamiglia ottengono  il diritto all’elezione e presentazione del parroco al vescovo, benchè dovranno cederlo qualche anno dopo allo stesso arcivescovo per l’ impossibilità di far fronte alle promesse di cessione dei beni.

Fonte importante per la conoscenza della storia socioeconomica di questo periodo sono documenti di natura civile conservati in AP S. Gregorio come “copia per il contribuente” del Nuovo Censo austriaco del 1720 (Archivio di Stato di Milano). Si tratta di fonti significative perché antecedenti il Catasto Teresiano, raramente conservate nelle parrocchie[4].
Dal punto di vista della vita religiosa, le visite pastorali degli arcivescovi Benedetto Odescalchi[5] e Giuseppe Pozzobonelli[6] attestano la mancanza di confraternite e la grande povertà della parrocchia, tanto che l’Odescalchi durante la visita regala diversi oggetti liturgici alla Chiesa. Solo la dottrina cristiana, benchè non molto frequentata, si tiene regolarmente nei giorni festivi. La Confraternita della dottrina cristiana sarà visitata pochi anni dopo dalla Congregazione di S. Dalmazio di Milano (1752), che prescrive la tenuta dei registri confraternali (si tratta dei due registri R.17 ed R.18 conservati in Archivio Parrocchiale, contenenti dati della seconda metà del Settecento).

Civita[7] apprendiamo che nel 1895 (prima visita pastorale card. Ferrari) Noceno non ha chiese sussidiarie; è in costruzione la piccola chiesa di Alpe Camaggiore. Esiste dalla metà dell’Ottocento la confraternita del SS. Sacramento, destinata a durare fino alla metà del secolo successivo[8].   Noceno rimarrà nella pieve e nel vicariato foraneo di Bellano, regione V della diocesi, fino alla ristrutturazione dei decanati (1971/1972), quando passerà al decanato Alto Lario della zona pastorale III (Lecco). Nella seconda metà del Novecento e fino alla soppressione - S. Gregorio è unita a Vendrogno con decreto card. Martini del luglio 1986 - sarà amministrata dai p. Salesiani dell’Istituto Giglio di Vendrogno. In seguito alla soppressione, l’Archivio parrocchiale S. Gregorio verrà  trasferito al nuovo soggetto conservatore, la Parrocchia di Vendrogno.



[1] G. VIGOTTI – G. COLOMBO, La Diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e pievi forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1974, tav. 7 (Pieve di Bellano).
[2] BORGHI A., Il Lago di Lecco e Le Valli. Sacralizzazioni Strutture della Memoria. Prima recensione delle architetture di interesse storico e artistico della provincia di Lecco, vol. III, Oggiono (Lecco), 1999, pp. 250-251.
[3] Archivio Parrocchiale S. Gregorio, Cart. 9, serie 1.4.1, fasc. 1.
[4] AP S.Gregorio, Cart. 24, serie 1.11.1, fasc. 2
[5] Archivio Storico Diocesano di Milano, Sez. Visite Pastorali, serie Pievi Lacuali, vol. XVI, pp. 315-322
[6] Ivi, vol. 18, pp. 553-580
[7] Parrocchia di S. Gregorio, in CIVITA, Le istituzioni storiche del territorio lombardo. Le istituzioni ecclesiastiche XIII - XX secolo, ed. Regione Lombardia et alteri, II,  Milano 2002,  p.588-589
[8] AP S.Gregorio, Cart. 6, serie 1.2.1.1, fascioli 1-2; Serie dei Registri: R.19 ed R.20.


Bibliografia

BORGHI A., Il Lago di Lecco e Le Valli. Sacralizzazioni Strutture della Memoria. Prima recensione delle architetture di interesse storico e artistico della provincia di Lecco, vol. III, Oggiono (Lecco), 1999, pp. 250-251.
Noceno. Parrocchia di S.Gregorio, in CIVITA. Le istituzioni storiche del territorio lombardo. Le istituzioni ecclesiastiche XIII - XX secolo, ed. Regione Lombardia et alteri, II,  Milano 2002,  p.588-589.
G.COLOMBO, Bellano, in Dizionario della Chiesa Ambrosiana, I, Nuove Edizioni Duomo, Milano 1987, p. 380
G.COLOMBO, Pievi lacuali, in Dizionario della Chiesa Ambrosiana, V, Nuove Edizioni Duomo, Milano 1992, pp. 2820-2828
G.VIGOTTI – G. COLOMBO, La Diocesi di Milano alla fine del secolo XIII. Chiese cittadine e pievi forensi nel “Liber Sanctorum” di Goffredo da Bussero, Edizioni di storia e letteratura, Roma 1974, tav. 7 (Pieve di Bellano)

Fabbri ferrai a Venezia e Trieste

Pur non essendo ampia, la documentazione relativa all’emigrazione verso le Venezie offre notevoli indicazioni di metodo. Infatti, se è vero che una delle più importanti piste di ricerca è rappresentata dai registri anagrafici, l’Archivio Parrocchiale S. Gregorio mostra la necessità di estendere la ricerca a tutta la documentazione anagrafica, in particolare alla produzione di documenti dell’autorità ecclesiastica in vista del matrimonio. Uno di questi documenti è la dichiarazione di stato libero: la Curia della città in cui lavora la persona che torna in patria a sposarsi attesta che questi non ha contratto precedente matrimonio, né è entrato in un ordine religioso, né si è fatto prete nel periodo di permanenza ed è pertanto libero di sposarsi. Così nella serie 1.1.1.3, fasc. 1 e 4 troviamo due stati liberi rogati dal Palazzo Patriarcale di Venezia(1721 e 1763), mentre nei fascicoli 2 e 3 troviamo due stati liberi provenienti dal Palazzo Arcivescovile di Bergamo (1738 e 1747). Nel caso in cui lo sposo non sia in grado di produrre lo stato libero, scatta un secondo procedimento da parte dell’autorità ecclesiastica locale, solitamente il vicario foraneo, per accertare le condizioni di cui sopra. Si tratta del processo informativo, in cui il vicario foraneo interroga sotto giuramento conoscenti del futuro sposo. Nei fascicoli matrimoniali (serie 1.1.1.3, fasc. 4) si trova il processo informativo sullo stato libero di Domenico Schiavetti (7 ottobre 1768) in cui i testimoni, rispondendo alle domande del vicario, aprono inconsapevolmente uno spiraglio sul mondo dell’emigrazione verso Venezia e Trieste. E’ interessante notare che lo Schiavetti è di Mornico, per cui ci si può chiedere come mai il documento sia stato trovato a Noceno e non a Vendrogno.  Molto probabilmente perché il “segretario” del vicario foraneo ed estensore materiale del processo informativo Schiavetti è proprio il parroco di Noceno, Dionigi Rusconi, che ne ha diligentemente conservato copia nel suo Archivio.

Fabbri ferrai a Noceno

I documenti matrimoniali di Noceno (a parte il contratto del 1684, conservato in altra serie) ci informano anche sui fabbri ferrai locali, così come, per concludere, la tabella ricavata dal Registro dei Battesimi 1816 – 1860 sulla professione dei padrini:

  • 1684 gennaio 24, Bellano. Contratto. Caterina Cariboni fu Francesco, abitante a Narro, vende beni a Gabriele Lazzari fu Domenico, di Noceno. Copia autentica senza data da imbreviature dello stesso notaio rogatario Giacomo Pettarelli. Citato un fabbro ferraio al f. 2v. (serie 1.12.2 “Famiglie diverse”, fasc. 3 “Famiglia Cariboni”)
  • 1763 settembre 27, Bellano. Processo informativo per stabilire il grado di  consanguineità tra Carlo Rusconi e Margherita Vitali di Filippo, di Vendrogno. Il testimone interrogato è Giuseppe Rusconi fu Lorenzo, abita a Sanico ed è fabbro ferraio (serie 1.1.1.3 “Fascicoli matrimoniali”, fasc. 4/ 1761-1769)
  • 1804, 7 febbraio. Comune di Vendrogno. Registrazione di matrimonio su  registro civile, tra Giovanni Maria Milesi (Melesi) fu Tommaso (quest’ultimo è stato fabbro ferraio), di Noceno e Giovanna Maria Berio fu Giuseppe, di Noceno (serie 1.1.1.3 “Fascicoli matrimoniali”, fasc. 7/ 1800 - 1810)
  • 1809. Vendrogno. Atto di matrimonio giusta l’articolo 80. Atto civile di matrimonio tra Antonio Acerboni fu Carlo, di Mornico, fabbro ferraio, e M. Margherita Lazzari fu G. Battista, di Noceno. Ufficiale dello stato civile: Bernardo Cendali. Nella famiglia dello sposo fabbri ferrai e fonditori di rame (serie 1.1.1.3 “Fascicoli matrimoniali”, fasc. 7/ 1800 - 1810)
  • 1822. Pubblicazioni. Matrimonio tra Domenico Rubini fu Carlo, di Tremenico, fabbro, e Maria Rusconi fu Pietro (serie 1.1.1.3 “Fascicoli matrimoniali”, fasc. 9/ 1820 – 1829)

    Fonte: Registro dei battesimi 1816 – 1860, R.8

    Anno di nascita Nome bambino Padrino Professione Residenza
    1816 Teresa Lorenzo Lazzari

    Fabbro ferraio

    Noceno
    1818 Bartolomeo Rusconi Antonio Bondini

    Fabbro ferraio

    Tremenico
    1819 Maria Santina Berio Giuseppe Cendali

    Fabbro ferraio

    Mosnico
    1819 M. Margherita Rusconi Giacomo Rusconi

    Fabbro ferraio

    Tremenico
    1824 Giuseppe M. Rusconi Giuseppe Arrigoni

    Fabbro ferraio

    Bellano
    1835 Luigi Rusconi Domenico Lazzari

    Fabbro ferraio

    Noceno
    1849 Maria A. Celeste Beri Ludovico Beri Fabbro ferraio Noceno

    L.Pel.

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